an east window

夜明けとなって、明けの明星が心の中に上るまで

Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge

Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: “Maledetto chiunque è appeso al legno”), affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso. (Gal. 3:13)

 

Se leggiamo Deuteronomio 28 scopriamo da quale maledizione siamo stati riscattati cioè liberati con il pagamento di un prezzo e soprattutto quale maledizione ha caricato su di sé il nostro Signore, il Benedetto in eterno, per tale liberazione e di conseguenza non possiamo non avere timore, quasi uno spavento nel cuore. Mosè, ispirato dallo Spirito Santo, descrisse in 54 versetti le condizioni terrificanti di coloro che sarebbero caduti sotto la maledizione della legge. Il capitolo parla di maledizioni, di spaventi, di minacce, di peste, di deperimento, di febbre, di infiammazione, di arsura, di aridità, di carbonchio, di ruggine, di distruzione, di sconfitta, di malattie inguaribili di ogni genere, di follia, di cecità, di confusione mentale, di pazzia, di schiavitù, di una vita sospesa nelle incertezze e nelle paure, di un cuore riempito dallo spavento, di dispersione, ecc. Quando Paolo dice: ”Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge” sta indicando proprio questo tipo di maledizione e quando scrive: “Cristo è diventato maledizione per noi indica proprio questo tipo di maledizione che ha caricato su di sé al posto nostro! Cristo non si è identificato in qualcosa di poco conto, né in un amicone sempre accattivante e permissivo ma neppure in un uomo povero ed emarginato. La Sua identificazione ossia umiliazione va oltre ogni circoscrizione umana, e raggiunge fino alla parte più nefasta ed ignominiosa (Fil. 2:8 “..umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce..”.  La ripetizione enfatizza il tipo di morte che dovette provare Gesù. Non fu una morte naturale bensì la morte “di croce”, cioè quella maledetta dalla legge!) Non si può limitare la Sua umiliazione al nostro buonismo e se provassimo a farlo Gesù griderebbe: “Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini!” (Mt. 16:23). La morte “di croce” è troppo maledetta per poter esser sdolcinata e abbellita dall’ipocrisia dell’uomo.

La Sua identificazione non fu qualcosa di concettuale bensì qualcosa di reale, concreta e fondata sulla Legge immutabile di Dio; sta scritto: “Maledetto chiunque è appeso al legno”. Fu reale e concreta perché Egli fu appeso davvero al duro legno della croce (I Pt. 2:24). E non fu un avvenimento casuale perché la Sua identificazione con la maledizione fu secondo la legislazione divina e predetta dai molti profeti prima che accadesse realmente (Salm. 22; Is. 53; Zac. 12, ecc).

“ …essendo divenuto maledizione per noi”. E’ una dichiarazione penetrante e trasformante. Il nemico dell’anima nostra sa quanto sia potente e perciò cerca continuamente di diminuire, nascondere, togliere e ridicolizzare lo scandalo della croce. Molti teologi la rinchiudono nei loro discorsi sterili mentre la spiritualità degli ultimi giorni la circoscrive alle emotività effimere.

 

Dio ci aiuti a comprendere, quanto possibile, l’umiliazione di Cristo affinché la benedizione che cerchiamo non sia forzata né relisiosa bensì genuina e celeste per mezzo dello Spirito Santo come quella che ricevette Abraamo per fede e con perseveranza.